LA STORIA BIANCOROSSA |
Dalla Fondazione alla 2ª Guerra Mondiale
Il calcio a Vasto nasce nel lontano 1902 attraverso alcuni studenti della Regia Scuola Tecnica "Gabriele Rossetti". Dalla confusa e scarna memorialistica d'inizio Novecento, maggiori notizie si hanno nel Maggio 1911 quando per iniziativa di un pastore evangelico inglese ed un discreto numero di appassionati (Michele Trivelli, Antonio Cieri, Giuseppe Peluzzo, Salvatore Celano, Cesario Valentini, Giuseppe Natarelli, etc) venne fondata la "Società Sportiva Umberto I" con sede sociali in via del Lago, nelle vicinanze della scomparsa chiesa di S.Pietro. La squadra iniziò l'attività disputando alcuni incontri amichevoli ad Ortona, Roseto e San Vito e piccoli campionati provinciali. Nel frattempo anche la "Stella Azzurra" allestì una squadra calcistica, indossando una divisa biancorossa. Si hanno in merito notizie di una amichevole in campo avversario con il "Teramo Gran Sasso", finita con il punteggio di 0-2 nel maggio 1914. Lo scoppio della 1ª Guerra Mondiale, che portò via voglia di divertimento e vite umane, costrinse logicamente le due piccole società vastesi ad interrompere ogni attività agonistica. Alla fine della grande guerra venne fondata la "Società Sportiva Histonium" che dopo qualche amichevole di collaudo partecipò ad un pioneristico torneo calcistico a Pescara con calciatori tutti rigorosamente vastesi. Il 4 luglio 1922 l'Histonium si fuse con la "Forza e Coraggio", altra società sportiva locale, dando vita alla "Unione Sportiva Vastese" con sede sociale in Via Barbarotta e con presidente Giuseppe Galante; la prima partita della U.S Vastese risale al 30 settembre 1922 contro la Virtus Lanciano con il risultato di 2-0 per i locali adriatici. Nel 1923 venne organizzato a Pescara un mini torneo che all'epoca costituiva un vero e proprio campionato locale e al quale parteciparono U.S. Vastese, Carsoli, Avezzano, Pratola Peligna, Scafa, Lanciano, Sulmona e Chieti. La U.S. Vastese dopo aver battuto l'US Chieti per 6-1 venne eliminata in semifinale dall'Avezzano con il risultato di 2-3. Il 12 febbraio 1925 partecipò al primo campionato regionale abruzzese di calcio. Alla fine dell'estate del 1930, dopo cinque anni di stasi calcistica, forti di undici decisamente competitivo partecipò alla coppa Bottari, organizzata dalla società teatina Pippo Massangioli. Conclusa l'esperienza di coppa, la società dell'U.S. Vastese tornò nel limbo degli incontri amichevoli, nonostante potessero contare su giocatori di discreto livello, il tutto a causa dei pochi mezzi economici a disposizione in quel periodo e soprattutto a causa della mancanza di un campo, l'Aragona, ancora sprovvisto di recinzioni e spogliatoi. Si ricordano alcuni risultati in partite amichevoli quali vittorie contro il Lanciano (5-0, 6-2, 2-1), contro il Manfredonia (2-0), contro il Termoli (4-0, 5-1, 3-1), contro il Molfetta (2-1); pareggi contro il Pescara II, Chieti, Foggia e Sambenedettese. Sconfitte contro il Lanciano (1-8), Hellas Verona (1-2) e Manfredonia (2-4). Nel pieno del Ventennio fascista la società sportiva cambio nome in "Istonio". A fine anni 30 seguì un periodo oscuro per il calcio cittadino fatto di poche e negative prestazioni, preludio al secondo conflitto mondiale. C'erano in quei tempi ben altri problemi.
Il dopoguerra
Con il cessare del 2° conflitto mondiale, la ripresa dell'attività sportiva si registrò nel 1944-45 con la Società Sportiva Vastese, sotto la presidenza dell'avvocato Silvio Ciccarone. Si allestì subito una squadra molto competitiva con giocatori di Serie A e B (tra cui Arcati III e Spinola ex giocatori del Milan, Romagnoli ex del Pescara e Vittorio Coccia ex campione d'Italia con l'Ambrosiana Inter) e con la partecipazione al campionato misto abruzzese composto da 13 squadre. In quella stagione, la prima del dopo-guerra, si piazza quarta. L'anno successivo, 1945/46, la dirigenza riesce ad iscrivere la squadra nel campionato di serie C-centro/sud dove militerà per tre anni consecutivi attraverso anche salvezze tranquille con unici fatti salienti i derby infuocati contro Chieti, Giulianova, Sulmona e Teramo. Allenatori più rappresentativi in quel periodo furono Walter Crociani, Giuseppe Cavanna (ex portiere del Napoli) e Gyorgy Orth, ex giocatore della nazionale ungherese. La struttura pletorica dei tornei consigliò però la FIGC ad operare una riforma, e nel 1948-49 la Vastese venne iscritta nel campionato di Promozione. Dopo aver militato per alcuni anni in quarta serie e dopo una mancata promozione in serie C a favore della Fermana, la S.S. Vastese retrocede due volte consecutive a causa di problemi societari: nel campionato 1951-52 in Promozione Abruzzese e nel 1952-53, nell'ultima giornata sul campo del Termoli, in 1ª Divisione, con l'allenatore in precedenza alla Roma Rodolfo Volk in panchina. Nel 1953 cambia nome: assume il nome di "A.C. Pro Vasto".Nel 1953/1954 con la modifica della denominazione sociale e con nuova linfa da parte di alcuni nuovi dirigenti locali (tra cui Ettore De Simone) la Pro Vasto riesce subito a tornare in Promozione Abruzzese (torneo caratterizzato da una sola sconfitta) e dopo 4 anni tra alti e bassi, nella stagione 1957/58 dopo un avvio decisamente mediocre si centra la promozione in Serie D con 14 risultati utili consecutivi (di cui 12 vittorie) nel solo girone di ritorno, con Vincenzo Mileno capocannoniere (21 gol) e sotto la guida dell'allenatore-giocatore Orlandi. Seguiranno in serie D successivamente quattro campionati sotto le presidenze di Giuseppe D'Ugo e Nicola Ferrara appena sufficienti a causa della mancanza di fondi, campionati caratterizzati solo da salvezze anticipate o da derby accesi contro Giulianova e Teramo. Da ricordare in quel periodo la presenza del bomber F. Ascatigno nella stagione 1960-1961 che realizzò 16 reti in 32 partite, diventando di conseguenza il nuovo idolo degli sportivi locali.
Gli Anni '60
I primi due campionati del nuovo decennio si aprirono con due salvezze in serie D, salvezze faticose a causa anche di gironi molto competivi sotto l'aspetto tecnico. Da segnalare nel 1961-62 uno storico derby vinto all'Aragona contro l'Avezzano per 2-1, match ricordato per i toni molti accesi espressi sia in campo che fuori. Nel 1962-63 il Pro Vasto retrocede in Promozione Abruzzese dopo il match contro i marchigiani della Maceratese, dopo aver disputato un campionato modesto. Unica nota positiva è la presenza emergente del giovane Tonino Lo Vecchio, il calciatore che con la maglia vastese ha realizzato dopo 13 stagioni il più alto numero di gol con la casacca biancorossa: 128 in ben 387 partite ufficiali. Sotto le presidenze di Giuseppe Bottari prima e Federico De Mutiis poi seguiranno quattro annate sfortunate ma anche di rilancio societario: nel 1963-64 caratterizzata da una stagione impalpabile e con fatti extrasportivi che lasciarono il segno all'interno del sodalizio biancorosso; nel 1964-65 si affacciò all'interno del sodalizio calcistico biancorosso l'avv. Federico De Mutiis, una figura la cui passione e competenza gioveranno non poco all'attività calcistica vastese negli anni seguenti. La compagine biancorossa si piazzò seconda in quel campionato, per un solo punto, alle spalle della Rosetana, nonostante le lunghe squalifiche di Lo Vecchio e del trainer locale Di Santo; nel 1965-66 la Pro Vasto vinse il proprio girone ma nello spareggio con l'Avezzano, nella terza gara disputata allo Stadio Adriatico di Pescara, subì una inaspettata sconfitta che consentì ai marsicani di festeggiare la promozione; nel 1966-67 finalmente si ottenne la serie D grazie al lancio della monetina nello spareggio sempre all'Adriatico di Pescara contro il Termoli. Fu questo anche l'anno del raggiungimento della Pro Vasto alle semifinali nazionali di Coppa Italia Dilettanti allo stadio Flaminio di Roma. Di quella squadra bisogna ricordare sicuramente i vari Amodio, Lo Vecchio, Della Penna, Fanesi, Monteferrante, De Filippis, Romoli, Ercolano. Finalmente e con molta sofferenza la Pro Vasto nel 1967-68 tornò a partecipare un campionato di serie D mostrando comunque la volontà di non fermarsi. La società infatti rinunciò all'allenatore Di Santo ed ingaggiò per vincere il campionato Feliciano Orazi, tecnico estroverso che divise subito la tifoseria locale. L'Aragona per la prima volta si vestì con un manto erboso e balzò subito agli occhi una nuova organizzazione societaria, più seria e completa sotto vari aspetti. Si concluse il torneo al 4º posto ma il duo Orazi - De Mutiis pretendeva di più, voleva il ritorno in serie C e cosi fu, già nella stagione seguente. L'annata 1968-1969 diede vita ad una cavalcata verso i professionisti, con 17 vittorie e 13 pareggi nell'infuocato girone abruzzese-pugliese.
Gli anni '70
Ritornato nel calcio professionistico, alla guida tecnica per la stagione 1969-1970 fu confermato sempre Orazi che modellò la squadra con alcuni nuovi arrivi di categoria. Il debutto ufficiale avvenne il 14 settembre 1969 a Napoli contro l'Internapoli con una sconfitta tonda per 2-0. Dalla domenica successiva però una serie di risultati entusiasmanti portarono il Pro Vasto alla fine del girone d'andata al secondo posto a 3 punti dalla Casertana poi vincitrice del torneo ma nel girone di ritorno, a causa di un vistoso calo fisico, la squadra perse posizioni e si salvò solamente in casa all'ultima giornata. Da segnalare in questa stagione la vittoria nel derby casalingo contro il Chieti davanti a 7000 spettatori con gol di Taverna. L'anno dopo (1970-71) Enzo Savelli prese in mano la società e portò in panchina Amos Mariani (ex giocatore della nazionale italiana) poi successivamente sostituito da Giammarco. Nonostante ciò anche quell'anno il Pro Vasto si salvò all'ultima giornata a Torre Annunziata, giocando contro il Savoia in una caldissima domenica di giugno. Nel terzo anno consecutivo in serie C (1971-72), sotto la guida di Tony Giammarinaro, venne allestita una formazione competitiva (vennero ingaggiati Lamia Caputo, Tancredi, Bonetti) che non solo ottenne un quinto posto di altissimo spessore tecnico ma diede numerose soddisfazioni, tra le quali le vittorie nel derby esterno contro il Pescara con un gol di Lo Vecchio e quello casalingo contro il Chieti. Nel quarto anno consecutivo di serie C la presidenza passò a Giuseppe Baiocco che, con l'aiuto del tecnico Pietro Castignani, con grande dignità portò a fine stagione il Pro Vasto ad una tranquilla posizione di centroclassifica. Vennero inoltre valorizzati giovani tra i quali Savastio, A. De Filippis e Donato Anzivino. Nella quinta stagione consecutiva in serie C (1973-74), caratterizzata da un rimpasto nell'organico tecnico, il Pro Vasto ottenne una tranquilla salvezza anticipata nonostante una piccola crisi societaria. Anzivino e Castellini ottennero la convocazione nella Nazionale di serie C. Al sesto anno di fila nei professionisti (1974-75) sotto la guida dirigenziale del presidente Giuseppe Baiocco e quella tecnica di Renzo Uzzecchini, il Pro Vasto si presentò al via con la grossa novità del girone centrale: squadre di rilievo nazionale come Empoli, Pisa, Modena, Livorno fecero da contorno ad una bellissima stagione culminata con un onorevole sesto posto in classifica generale. La stagione seguente (1975-76, la settima consecutiva tra i professionisti) vide il via con il Comm. Giuseppe Soria al timone dirigenziale e il ritorno nell'infernale raggruppamento meridionale; tuttavia il campionato si concluse per i biancorossi con una salvezza dignitosa comunque conquistata sul campo. Nell'annata 1976/1977 ci furono le dimissioni di Soria dalla presidenza del sodalizio, l'esonero del trainer Pivatelli a favore di Pasinato e Lenzi a metà stagione e la presenza di giocatori di buon livello quali Ludwig e Zamparo. Il Pro Vasto cadde in una forte crisi societaria ma il miracolo sportivo avvenne, riuscendo ad ottenere un'insperata salvezza all'ultima giornata per differenza reti a spese dell'Alcamo. Tuttavia nel sodalizio biancorosso la crisi dirigenziale non venne sanata e l'anno successivo portò ad una retrocessione a quel punto davvero inevitabile. A causa della riforma dei campionati per la stagione 1978/79 venne inserita nel campionato di C2 ma a causa dei debiti sulle spalle venne allestita una squadra modesta con il chiaro obbiettivo di mantenere almeno la categoria; così non fu e all'ultima giornata, dopo la sconfitta interna con la diretta concorrente Gallipoli che suscitò non pochi malumori, si chiuse un ciclo d'oro e mai dimenticato durato quasi 15 anni iniziato dall'avvento dell'Avv. De Mutiis (1964-1979).
Gli anni '80
Dopo i fasti della Serie C e l'inevitabile retrocessione in D, per la stagione 1979/80 fu difficile effettuare anche l'iscrizione in serie D. Nonostante tutto grazie al nuovo presidente Pino Jubatti e il ritorno del mister Orazi si sfiorò l'immediato ritorno tra i professionisti. Il sogno svanì miseramente a Nocera Inferiore contro il Martina Franca in un amaro spareggio perso dopo la lotteria dei rigori per 4-3 davanti a centinaia di vastesi che invasero il centro campano. Al termine della stagione 1980-81 la squadra biancorossa si salvò tranquillamente ma lo spettro del primo fallimento era dietro l'angolo. La prima squadra cittadina divenne la Società Sportiva Incoronata e ripartì dalla promozione Abruzzese. Con Renzo Rossi come trainer perse subito lo spareggio nel 1981-82 ad Atri contro l'Angizia Luco davanti a 1200 supporters biancorossi. L'anno seguente ci fu il cambio di denominazione sociale in Associazione Calcio Vasto 82 ma la storia non cambiò. Una maledizione sembrava aver colpito la squadra biancorossa. Questa volta, sempre con Renzo Rossi allenatore, a Pineto all'ultima giornata sfumò la vittoria del campionato regionale. Con il morale a terra nel 1983-84, con Giovanni Bolognese nuovo presidente e Pietro Castignani allenatore tecnico la squadra adriatica riuscì a risalire la china ottenendo una bella vittoria finale che le consentì di tornare in un campionato più consono alla propria storia, ovvero la serie D. L'annata 1984-85, nonostante la presenza di molti errori, si concluse all'ultima giornata con una salvezza batticuore sul campo del già retrocesso Avezzano. A contribuire a quella salvezza aiutarono i gol di Vincenzo Fiorillo che da lì in poi, per varie stagioni, scrisse pagine importanti con la casacca biancorossa con ben 78 marcature ufficiali. Anche l'annata successiva si concluse, con Mimì Lamia Caputo trainer e Giovanni Bolognese presidente, con una salvezza anticipata ed un anonimo sesto posto finale in serie D. La stagione 1986/87 nata sotto gli auspici di un rilancio e con l'acquisizione della società da parte di Mario Tenaglia, per una serie di errori, fu caratterizzata dalla retrocessione in Promozione Regionele Abruzzese. Taverna prima e Bertuccioli poi furono gli allenatori di quella disfatta. A quel punto la delusione era tanta, troppa ma l'ingresso di G. Tumini, giovane imprenditore vastese affiancato da una cordata locale, portò immediatamente dei risultati sportivi degni di nota. La nuova denominazione sociale in Vastese Calcio e il campionato 1987-1988 vinto in volata all'ultima giornata sul Termoli poi ripescato in Serie D (sconfitto clamorosamente ad Altino con autorete del terzino Rinaldi) ricrearono entusiasmo in una piazza da troppo tempo abituata ad ingoiare bocconi amari. Il ritorno in serie D quindi si materializzò al primo anno con il trainer Renzo Rossi. L'anno successivo, stagione 1988-89, la Vastese guidata dal bomber Scotini diede vita ad un affascinante duello con una forza emergente nel panorama calcistico nazionale: il Castel di Sangro del costruttore Gabriele Gravina. Sempre sotto la guida di Renzo Rossi, infatti, per un punto l'undici biancorosso fallì la seconda promozione consecutiva piazzandosi al secondo posto con 50 punti alle spalle della formazione sangrina. Si giunse così alla stagione 1989/90, una stagione segnata da voglia di rivalsa da parte di tutto la staff biancorosso dopo l'epilogo non fruttuoso dell'anno precedente. Il presidente Tumini affidò la squadra ad un tecnico emergente, Aldo Ammazzalorso prelevandolo dal Pineto. Aggiunse ad una rosa già valida tra cui spiccavano De Santis, Gaeta, Paolucci, Vecchiotti e Castorani elementi di sicuro valore quali Naso, Frioni, Giancamilli, Di Giulio, Marcone ed Acanfora, il tutto miscelato con alcuni promettenti giovani locali. La compagine biancorossa con un girone di andata a ritmi elevatissimi ed una sequenza di pareggi nel girone di ritorno diede vita ad una cavalcata riconquistando quella serie C che mancava da 10 anni. Da segnalare l'attaccante Scotini capocannoniere per il secondo anno consecutivo con 18 reti.
Gli anni '90
Con la società ben ricompattata la Vastese quindi riesce a riagguantare la Serie C2. L'anno del rientro tra i professionisti, 1990-91, è caratterizzato dal ritorno in panchina di Tony Giammarinaro, vecchia conoscenza del calcio vastese che portò con notevoli spese in riva all'Adriatico, giocatori del calibro di Russo, Tortora, Genovasi, Negri, Vantaggiato, De Felice e Valenzano a cui si affiancarono i già presenti Vecchiotti, Scotini e Castorani. La squadra vincitrice del campionato precedente venne quindi in parte smantellata. Il campionato si concluse con un onorevole piazzamento (quarta) dietro al Chieti ed alla Sambenedettese. Sempre nel 1991 venne venduto per 600 milioni Mario Lemme, giovane promessa locale, al Parma di Tanzi. Nel maggio 1991 Tumini lasciò la presidenza per motivi personali ed alla guida tecnica per il campionato 1991-1992 venne chiamato Ambrogio Pelagalli (ex giocatore del Milan) che venne sostituito a metà stagione ancora una volta da Tony Giammarinaro. Giocatori di rilievo in quella annata furono gli acquisti di Artibani, Pedroni e Domenico Giacommarro dalla Hellas Verona. Il Campionato si chiuse con la formazione biancorossa a metà classifica. Notizia positiva fu, però, l'entrata in società a fine stagione, per dare nuova linfa alle casse sociali, di un imprenditore pescarese mai dimenticato a Vasto, Dante Marramiero. Nel campionato seguente, 1992-93, la famiglia Marramiero decide di puntare sui giovani ed affida la conduzione tecnica ad un allenatore emergente, Gianni De Biasi. Il piazzamento finale al 6º posto fu la conferma dell'ottimo lavoro portato avanti con ragazzi allora sconosciuti quali Malaccari, Manganiello, Lunardon, Simeoni e Sarracino a cui si aggiunsero elementi più esperti già presenti in rosa quali Picasso, Castorani, Giacomarro, Pino De Filippis e Russo.
Nel 1993/1994 la dirigenza vastese ancora nelle mani della famiglia Marramiero nonostante la morte del commendatore puntò ancora sui giovani e chiamò alla conduzione tecnica un altro tecnico emergente, Sandro Salvioni. Dopo un girone di andata pessimo (9 punti nel girone di andata), i ragazzi di Salvioni iniziarono una grande rimonta (25 punti nel girone di ritorno) con un gioco spumeggiante che balzò agli occhi anche delle cronache sportive nazionali; nonostante ciò la serie C svanì all'ultima giornata davanti a 4800 persone nel derby casalingo fratricida con l'Avezzano (0-1, gol di Orocini). La squadra, nonostante la retrocessione, uscì dal campo con lo stadio in piedi che applaudiva. La spuntò la squadra marsicana ma, in virtù di un ripescaggio, la Vastese venne riammessa nel campionato di C2 nell'annata 1994/95. La famiglia Marramiero passò la mano ad un immobiliarista romano sconosciuto in zona, Armando Scopelliti. L'imprenditore portò alla guida tecnica Mauro Giacomini (esonerato a favore di Pino Petrelli a metà stagione) e giocatori di indubbio valore tecnico quali Cesaretti, Fermanelli, Gabriele, Mosca a cui di aggiunsero elementi del posto tra i quali Naccarella, Menna V. e Ventrella. Bel campionato finito con un lusinghiero 6º posto e con play off svaniti per qualche punto, nonostante anche qualche scandalo extracalcistico; lo spettro però era dietro l'angolo ed a sorpresa il secondo fallimento si concretizzò. Con la squadra e l'allenatore (Carmelo Bagnato) già in ritiro precampionato a Gubbio la società non venne iscritta a favore della Ternana per colpa di una fideiussione di 400 milioni non versata. Un durissimo colpo per tutto l'ambiente biancorosso. Dopo due anni di inferno senza calcio (con un logico disinteresse generale la prima squadra cittadina veniva considerata il Vasto Marina in Promozione Regionale Abruzzese) si giunse, dopo anche una partita virtuale all'Aragona davanti a 1500 persone senza squadra avversaria per sollecitare le autorità competenti, all'inizio della stagione 1997/1998 con il cambio tanto atteso di nome ed il ritorno all'antico: Pro Vasto.
Sotto la guida tecnica dell'ex giocatore dell'Ascoli D. Anzinvino, il Pro Vasto conseguì una vittoria storica in termini numerici e di record in Promozione Abruzzese a spese dell'Angolana, trascinata dal trio Luongo, D. Ruscitti e F. Nepa. L'anno successivo in Eccellenza Abruzzese sempre con Anzivino trainer, 1998-99, fu il bis, con la vittoria del campionato regionale a spese del Celano sempre grazie ai gol dell'attaccante Nepa e del centrocampista D. Ruscitti. Da ricordare la vittoria davanti a 600 vastesi proprio a Celano per 1-3. Il Pro Vasto dunque nel giro di due anni era tornato subito in serie D ma la gioia durò relativamente poco. Al primo anno di interregionale la squadra, sempre guidata da Anzivino ma con una società estremamente latitante, arrivò quartultima nel difficile girone pugliese grazie anche dei punti di penalizzazione causati dal tesseramento errato di Nepa di ritorno dall'esperienza per alcuni mesi a Chieti nei professionisti. Un altro duro colpo ed un'altra dura retrocessione dunque: una svolta societaria era necessaria.
Gli anni 2000
La svolta societaria attesa diventò realtà: il notaio Camillo Litterio subentrò come nuovo presidente nel 2000-2001 e raccolse la squadra in eccellenza regionale abruzzese. Venne immediatamente allestita una squadra di categoria superiore per vincere il campionato con giocatori quali Gabriele, V. Menna, Di Tommaso, D'Eustacchio, Cicchini, Antonaci, Di Pietro ed il giapponese Nakai. Come allenatore venne chiamato Vivarini e come dirigente sportivo l'ex portiere vastese Pino De Filipps e dopo qualche difficoltà iniziale che portarono all'inevitabile licenziamento del tecnico a favore di D. Giacomarro il Pro Vasto vinse il campionato a spese di una coriacea Val di Sangro, trascinata a sua volta dai gol del bomber Giannico. La vittoria finale sul campo del Montereale davanti a 750 persone, il massimo che quel campo poteva contenere, fu il coronamento di una stagione sempre vissuta in cima alla classifica. L'anno successivo, 2001-2002, in serie D fu una semplice stagione di transizione con una salvezza arrivata solamente all'ultima giornata sul campo del Gladiator (vincitore del torneo) grazie al risultato di 2-2. Stagione mediocre dunque, rappresentata dal cambio di 3 allenatori: Giacomarro, Castiello e Lomonaco (allenatore-giocatore). Il notaio Litterio, sempre con al fianco il d.s. Pino De Filippis, la stagione seguente rilanciò tutte le aspettative: venne chiamato dal Grottaglie per la stagione 2002-2003 il tecnico pugliese Pettinicchio. Si cerca di aprire un ciclo con giocatori conosciuti al tecnico quali Mascioli, Gallo, Miglietta, Sansonetti; la Pro Vasto venne inserita nel girone laziale-marchigiano. La fiducia nei confronti di squadra e tecnico è palpabile ma è destinata a sciogliersi come neve al sole. L'avvio è disastroso e la Pro Vasto sprofonda in piena zona play out e alla decima giornata, dopo l'ennesima sconfitta a San Sepolcro (autorete dell'attaccante Sansonetti), c'e' il cambio di allenatore: viene ingaggiato Vincenzo Cosco (ex jolly difensivo della Vastese) che portò in dono nuovi giocatori di categoria (Cordua, Manco, Marcucci, Caliano, Antic, Gioffrè, Sibilli) e nuovo entusiasmo. La squadra inizia subito con il passo giusto e nonostante la possibilità di poter vincere il campionato persa con la Rosetana in casa in diretta Tv, raggiunge i play off a tre che possono valere l'ipotetico ripescaggio. La prima partita all'Aragona contro il Monterotondo davanti a 3000 persone finisce 3-1. Ai biancorossi serve almeno un pareggio a Tolentino. L'attesa è tanta e partono per il piccolo centro marchigiano 750 biancorossi. Ma il risultato di 2-1 a favore dei cremisi (gol di Monti, Cordua, Ciabattoni) condannano i biancorossi a rimandare la festa. L'anno successivo, 2003-2004, nasce chiaramente tra la delusione per l'esito del campionato precedente e nuove speranze. Vengono confermati l'allenatore Cosco, il D.S. De Filippis e buona parte dell'ossatura della squadra che per un soffio ha mancato la serie C. Vengono ceduti Caliano, Marcucci, Sibilli e vengono acquistati M. Lemme, R. Innocenti e Daleno che si vanno ad aggiungere ad altri elementi di categoria già presenti in rosa, quali Antic, Gioffrè e Cordua. La squadra inizia un duello serrato con il Manfredonia per la vittoria del campionato. I risultati non si fanno attendere ma la squadra, complice una panchina troppo corta, non riesce a tenere il passo della squadra pugliese e si piazza seconda. I play off vinti in semifinale contro l'Isola Liri (1-1 ed 1-0) ed in finale contro il Bojano davanti a 4500 persone (1-2 ed 1-1) consentono ai biancorossi abruzzesi di mettersi in posizione di rilievo in vista di un ipotetico ripescaggio, in attesa di buone notizie che arrivano in un pomeriggio afoso di fine estate. Il Pro Vasto, nonostante una partita già disputata in serie D contro il Venafro con la juniores ed in virtù di una serie di fallimenti di altri club, il 6 settembre 2004 torna in serie C. La festa chiaramente è appena cominciata.
Il ritorno tra i professionisti nella stagione 2004-2005 vede una svolta societaria: al fianco del notaio C. Litterio si affiancano il presidente del Teramo Romano Malavolta che garantirà la fideiussione bancaria necessaria all'iscrizione e G. Fiorini, ex bandiera della Lazio. Come direttore sportivo viene ingaggiato l'esperto Luca Evangelisti e come direttore generale Maurizio Natali. L'allenatore, dopo un ripensamento di Adriano Cadregari, sarà l'esperto Fausto Silipo. Vengono ingaggiati giocatori di categoria e spessore come Bochu, Marziano, Di Meo, Parente, Maury, Braca, Bonomi, Marconato, Campanile affiancati da qualche giovane interessante quali Cazzola e Bruno. La squadra, dopo un avvio difficoltoso, ottiene una serie di risultati utili che la portano a ridosso delle prime posizioni ad inizio girone di ritorno ma nonostante ciò la parte finale del girone di ritorno vedrà la squadra calare ed ottenere a fine anno semplicemente la salvezza. Ciò che preoccupa però è la situazione societaria, anche a causa della morte di Fiorini e delle dimissioni sia di Malavolta che di Litterio. La società nella stagione 2005-2006, tra mille difficoltà, viene ceduta agli imprenditori locali Crisci, Moscato e Natale. Come d.s. viene confermato Natali e come allenatore c'è il ritorno di Anzivino, poi sostituito da Pierini. La squadra ottiene un lusinghiero 4º posto con 55 punti a pari merito con il Rende, preceduta solo dal Gallipoli e dal Taranto, venendo trascinata da gol spesso decisivi di D. Morante. Tutto ciò vale l'accesso ai play off per accedere in C1. Ma la speranza si infrange a Rende (1-1 ed 1-0) e il rammarico è tutto per un rigore sbagliato sullo 0-0 nella gara di ritorno da Esposito. La sensazione è quella di esser andati veramente vicino a qualcosa di importante.
Per l'anno successivo 2006/07, forse convinti di poter ripetere lo stesso campionato al vertice, viene ingaggiato l'allenatore Puccica ma la squadra, infarcita di giovani, stenta giocando male. Naviga subito nei bassifondi della classifica ed il trainer viene allontanato a metà girone di ritorno a favore di S. Trillini. All'ultima giornata riesce clamorosamente ad agguantare gli spareggi play out contro il Celano. All'andata a Vasto finisce 1-1. L'ambiente biancorosso crede nel miracolo ma a Celano si consumerà una delle pagine più nere della storia vastese. La squadra deve assolutamente vincere in virtù di un miglior piazzamento dei marsicani in regular season e si porta in vantaggio al 90° con Mignogna (1-2). Ma la beffa nello sport è dietro l'angolo e 3 minuti più tardi, al 93°, la squadra marsicana trova il pareggio all'ultimo assalto (2-2) con Morgante. Per i circa 650 vastesi al seguito è una delusione eterna. La retrocessione in serie D si materializza. La stagione 2007-2008, tra i dilettanti con la collaborazione tecnica di D. Genovese e con l'avvicendamento di ben 3 allenatori (Bivi, Ferretti e Baiocco), vedrà la squadra biancorossa conquistare la salvezza solamente all'ultima giornata attraverso il pareggio interno con il Venafro. La stagione, molto deludente, vedrà come notizie liete solamente l'esplosione del bomber Pazzi e la valorizzazione di alcuni giovani locali come Della Penna e Fiore. La stagione 2008-2009 vedrà la rocambolesca vittoria del Girone F del campionato di Serie D. Sotto la guida del trainer Pino Di Meo alla sua prima esperienza su una panchina e dei dirigenti Vitelli e Crisci, dopo un avvio stentato la squadra biancorossa compie una lunga serie di vittorie e risultati positivi consecutivi (10 vittorie ed un pareggio) che la porta ad un testa a testa con i marchigiani del Fano. In questa striscia positiva spicca la vittoria esterna nel derby con il Chieti per 0-1 con gol di Bonfiglio. Segue un periodo difficile nel periodo invernale causa campi pesanti e cali di forma di alcuni uomini chiave della rosa ma un filotto incredibile di 10 vittorie di fila, culminata il 17 maggio 2009 con la vittoria al 93° con rigore di Bonfiglio sul campo del Tolentino in piena lotta per i play out ed il recupero conseguente di addirittura 10 punti sul Fano, vedrà riconsegnare la serie C all'ambiente biancorosso davanti all'esodo di 1200 persone festanti in terra marchigiana. Tra gli elementi chiave di questa clamorosa promozione vanno citati su tutti Ludovisi, Bonfiglio, Cioffi, Ciotti, Okoroji, Digno, Gaudino, Soria, Della Penna, Potenza, Avvantaggiato, Fiore e il capitano Ferreyra. Il Pro Vasto quindi, dopo 2 anni di purgatorio, è tra i professionisti.
Sabato 20 giugno ad Aprilia la Pro Vasto scendeva in campo per affrontare il Siracusa: in palio c'era lo scudetto della Serie D. La gara viene sospesa dopo 45 minuti, ma gli abruzzesi conducevano per 2-0 grazie ai gol di Potenza (25') e Okoroji (43'). I tifosi del Siracusa creavano disordini con fitto lancio di oggetti rendendo necessario l'intervento delle Forze dell'Ordine: per motivi di sicurezza, si decideva di sospendere l'incontro. La Pro Vasto giungeva alla finale della Poule Scudetto dopo aver eliminato nel Gruppo 2 (girone triangolare) la Sporting Lucchese (battuta 2-1, reti di Potenza e Soria, sul neutro di Pescina per la squalifica di tre turni dell'Aragona) ed i Crociati Noceto (mirabolante 4-4 a Noceto con 2 gol di Bonfiglio, il secondo su rigore, Fiore e Potenza, da segnalare che sotto 2-0 il primo tempo, agguantato il pareggio con doppietta di Bonfiglio, i parmensi segnavano al 90' il gol del 4-2, nei 2 minuti di recupero si concretizzava il "miracolo" degno di una squadra indomita e dalla volontà d'acciaio); in semifinale il sorteggio assegnava ai biancorossi la Sacilese, vincitrice del girone C di serie D: l'andata in casa si giocava sul neutro di Città Sant'Angelo il 7 giugno e finiva 4-2 per i locali con reti di Soria (5'), Suriano (41'), Fiore (43') e Dell'Oglio (67'), il ritorno in Friuli il 13 giugno finiva con un pareggio per 2-2, in gol Soria e Potenza: il risultato assicurava ai ragazzi di mister Di Meo la meritata finale.
Il 22 giugno 2009, ossia dopo 2 giorni dalla sospensione della gara contro il Siracusa per incidenti sugli spalti sul neutro di Aprilia, il giudice sportivo della lega di serie D delibera la vittoria a tavolino del Pro Vasto. La partita era stata interrotta al 45' del primo tempo sul risultato di 2-0 per gli adriatici. I biancorossi, che vincendo la Poule Scudetto entrano negli almanacchi del massimo campionato dilettantistico diventando per la prima volta nella storia della società Campioni d'Italia Dilettanti, coronano così una stagione fantastica ed irripetibile.
Nella stagione 2009/2010 vengono confermati 12 giocatori della rosa dell'anno precedente e l'allenatore e viene allestita una squadra prevalentemente di giovani, con qualche calciatore esperto (Sassanelli, Cammarata, Bevo). Nonostante tutto la squadra ha trovato non poche difficoltà in questa stagione, permanendo per gran parte del campionato nella zona play out; nelle ultime giornate del girone di ritorno però, grazie anche all'aiuto di calciatori arrivati a gennaio, la Pro Vasto riesce a raggiungere la soglia dei 40 punti e ad ottenere la permanenza in seconda divisione.
Dopo due anni sulla panchina biancorossa, Di Meo rescinde consensualmente il contratto che lo legava alla società vastese fino al 2011.
Il fallimento nel 2010 e la ripartenza nel 2012
Il 4 agosto 2010 la Pro Vasto viene dichiarata fallita dalla Co. Vi. Soc. ed esclusa da tutti i campionati professionistici. Dopo due anni in cui la prima squadra di Vasto fu il F.C.D. Vasto Marina che militava prima in Promozione Abruzzese e poi in Eccellenza Abruzzese (il tutto tra il disinteresse logico dell'interà cittadina che non si sentiva rappresentata nel suo complesso) nel giugno 2012 finalmente i dirigenti della San Paolo Calcio Vasto (con l'ausilio del politico Prospero) decisero di aprirsi alla città, spinti da una raccolta firme indetta da alcuni tifosi (755 firme raccolte), affermando il loro interesse a far ripartire la gloriosa Pro Vasto dopo due anni di anonimato. Ne seguirono alcuni incontri con l'amministrazione comunale e con i dirigenti del Vasto Marina, in cui non si riuscì a trovare un accordo tra le due società, e allora il 25 giugno 2012, termine ultimo fissato dalla FIGC Abruzzese per il cambio di denominazione sociale, i dirigenti della San Paolo Calcio Vasto presentarono i documenti per il cambio del nome in Associazione Sportiva Dilettantistica Vastese Calcio 1902.
Il 4 agosto 2012, esattamente due anni dopo la definitiva esclusione della Pro Vasto dal campionato di Seconda Divisione, la nuova dirigenza vastese, con una conferenza stampa, si mostra alla città presentando anche il nuovo allenatore Luigi Baiocco. Il campionato di Promozione fu vinto non senza difficoltà con il cambio di ben tre allenatori (Baiocco-Vecchiotti-Di Santo), attraverso il sigillo matematico davanti a 400 vastesi sul campo dell'Acqua e Sapone secondo in classifica con una goleada (0-7) alla terzultima giornata.
Dopo due campionati sotto la presidenza di Di Domenico con risultati di medio livello in Eccellenza abruzzese (con alcune figuracce incluse come le goleade subite dal cupello o Altinrocca) e con il rischio di un nuovo fallimento paventato in manieria sistematica, nella stagione 2015-2016 la Vastese del neo-presidente Franco Bolami vince all'ultima giornata il campionato sotto la guida tecnica di Gianluca Colavitto, terminando il campionato con un solo punto di vantaggio sul Paterno e tornando in Serie D a distanza di ben 7 anni dall'ultima volta: la vittoria finale arriva sul campo della Val di Sangro (1-3) davanti a circa 1200 tifosi in estasi. La vittoria è frutto di un ottimo girone di andata e di un ritorno con il fiatone causa anche una rosa eccessivamente ristretta.
Nella stagione 2016-2017 la Vastese di Colavitto è inserita nel girone F della Serie D, ritrovando il derby casalingo con il Chieti (che mancava dal 2009) nella prima giornata di campionato (vinta 4-0, poi annullata per fallimento della società neroverde). Dopo un girone di andata promettente, finito con una serie di pareggi a reti inviolate e cambio di allenatore inspiegabile , gli aragonesi chiudono 8° in classifica a 45 punti con Massimiliano Favo come guida tecnica.
La stagione 2017-2018 vedrà la compagine biancorossa sempre impegnata nel girone F, dove stavolta verranno raggruppate tutte le altre squadre abruzzesi (Avezzano, L'Aquila, Francavilla, San Nicolò, Nerostellati e Pineto) in un campionato pieno di derby gestito (nell'ambito di uno sbandierato progetto triennale) dal nuovo direttore sportivo Francesco Micciola ed il ritorno in panchina di Gianluca Colavitto, il tutto con una squadra quasi completamente rinnovata con una media di 22 anni capitanata dal vastese Nicola Fiore. Dopo un girone di andata più che promettente (37 punti utili in una serie di 13 giornate) e terza in classifica dopo le corazzate Matelica e Vis Pesaro (che si aggiudicherà la vittoria del campionato), la squadra chiuderà all'ottavo posto a 51 punti, ricalcando il ruolino di marcia negativo del girone di ritorno del campionato precedente. Da ricordare le ottime prestazioni casalinghe nei derby nel girone di andata contro Avezzano (vinto 1-0 grazie al goal di Nicola Fiore), contro il Campobasso (4-0 con tripletta di Stivaletta, goal di Leonetti e rigore contro parato da Camerlengo) e L'Aquila (2-1 in rimonta con un eurogoal di Viscardi prima e di Leonetti in rovesciata poi, nella giornata del ricordo dello scomparso Guido Mazzetti, storica bandiera del calcio vastese degli anni '70).
La stagione 2018/19 è decisamente negativa nel girone F di serie D: vede ben 3 allenatori in panchina (Palladini, Montani e Papagni) e due direttori sportivi (Ruffini e De Filippis) con una salvezza raggunta solo tramite i play out in partita secca contro l'agnonese per 1-0 all'Aragona grazie ad un rigore, dopo svariati proclami estivi dirigenziali di vittoria del torneo in estate. Pochissime le soddisfazioni in campionato e la contestazione a fine campionato nella regular season è piuttosto marcata da parte della tifoseria biancorossa.
La stagione 2019/20 sempre in serie D girone F si apre con un nuovo progetto triennale annunciato a luglio con mister Amelia e poi Silva in panchina con
risultati non positivi. Il covid ferma la stagione, le successive due stagioni (20/21 e 21/22) con svariati allenatori tra cui Agovino, ancora Silva e D'adderio confermano la vastese
la in D in campionati piuttosto anonimi nonostante un inutile play off raggiunto e perso contro il trastevere (4-0).
Nella stagione 2022/23 i biancorossi retrocedono mestamente in eccellenza regionale dopo un'altra annata negativa sotto l'aspetto gestionale e societario con varie
promesse di dimissioni dirigenziali mai arrivate : tre allenatori (Ferazzoli, Lucarelli e Cornacchini) non bastano a salvare la vastese, che scende in eccellenza dopo una brutta regular season
e un play out perso contro lo storico avversario del termoli all'aragona (1-2). I giallorossi dopo piu' di 30 anni si prendono la loro rivincita, la vastese invece nonostante le
promesse non presentera' a meta luglio nemmeno la domanda di ripescaggio. L'eccellenza diventa realtà.
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